Le opere
Mario Berrino dipinge a colpi di spatola, cioè a colpi di luce: una luce messicana o peruviana
che gli giunge intatta e senza intermittenze alla riva di Alassio, dove sta col suo pappagallo
hemingwayano sulla spalla, in attesa delle visioni solari che gli arrivano d’oltremare.
Abbacinato, se non folgorato, dipinge o meglio proietta sulla tela i colori, sostanza terrestre
che diventa immagine per una trasmutazione della quale Berrino è l’agente consapevole
o il demiurgo incosciente.
PIERO CHIARA